Il Trullo è una borgata posta all’estrema periferia di Roma. E’, con i suoi trentamila abitanti, tra le suddivisioni urbanistiche più popolose dell’area metropolitana di Roma. Un luogo di contraddizioni dove, nel tempo, ad un’incuria istituzionale, gli abitanti sono stati chiamati a una reazione identitaria e orgogliosa. Manifestazioni condotte da gruppi di azione artistica come i poeti ed i pittori anonimi del Trullo. Ogni loro atto è ispirato alla determinazione nella riconquista della dignità. Mario D’Amico è un simbolo di questo sentimento: un proletario nobile, un animatore, una persona riconosciuta all’interno del tessuto sociale della borgata, un poeta irregolare che nell’atto poetico e nel sogno individua la sua ragione di vita. Da alcuni anni, da corpo ai suoi desideri dipingendo i muri del quartiere dove vive, è un’azione quotidiana svolta come compito inderogabile. L’obiettivo di questo agire è quello di capovolgere l’immaginario stereotipato della periferia descritta come un luogo di degrado trasformandola, attraverso i colori e l’arte dell’incontro, in un luogo di bellezza, di solidarietà, di convivenza. E così le pitture invadono vie, scuole, case, conferendo un’anima a quei muri cancellandone le brutture e lasciando spazio alla poesia. È un oceano di colori che esalta i valori della socialità. È energia positiva. Come in tutte le belle storie Mario inizia la sua impresa da solo, senza economia, ma, impara da subito che quando si inizia un viaggio nella coscienza non si è mai da soli e in poco tempo attorno a questa solitaria presenza altre tesserine si uniscono a comporre un umano mosaico colorato e così si salda il sodalizio tra artisti indipendenti e spontanei fino alla creazione del gruppo dei Pittori Anonimi del Trullo. Oggi questa realtà rappresenta il potere creativo della borgata, chiunque passeggi accanto ai muri del Trullo non può non esserne coinvolto.
Profilo autore
Laureata in Lettere Moderne, ha studiato fotografia a Roma con professionisti di fama internazionale come Augusto Pieroni, Dario de Dominicis, Claudio Palmisano e Dario Coletti. Street photographer per vocazione ha esplorato, prima di affrontare questa specifica disciplina, diversi tipi di fotografia passando dalla macrofotografia alla fotografia sociale producendo, in questi campi, lavori che hanno contribuito ad accrescere le sue capacità di osservazione oltre che essere oggetto di attenzione di giurie di premi nazionali e internazionali. Al centro della sua ricerca la “vita di strada” che negli anni ha generato un corpo di immagini ed esperienze incentrate sul rapporto tra gli spazi della metropoli e le persone che vi abitano. Architettura, studio del territorio, ma soprattutto l’uomo sono i temi che caratterizzano i suoi scatti. Negli ultimi anni oltre ad aggiudicarsi diversi premi in concorsi internazionali ha dato alla luce due libri: “The fabolous destiny of Dainaly” curato dalla photoeditor Irene Alison e “I sogni li spendo per strada” curato dal fotografo Dario Coletti.
riferimenti
sito web / www.lilianaranalletta.it
copyright / Liliana Ranalletta, tutti i diritti riservati
Selezione di immagini dalla mostra