La fotografia si fa portavoce di tempo e memoria in una terra incontaminata nell’ideale collettivo, ma avvelenata nelle viscere, la Sardegna. Una erranza solitaria, alla ricerca di labili con ni da varcare, volta a mettere in luce tracce profonde e nascoste nel paesaggio, nel tentativo di rappresentare un abbandono compiuto da chi prende, intossica e avvelena, per poi sparire. Il lavoro fa parte di quella che vuole essere una più ampia mappatura di questo territorio con nato lungo tutto il suo perimetro dal mare, e include alcuni fra i siti più contaminati della regione come l’Eurallumina di Portovesme, la Saras di Sarroch, l’Enichem di Ottana e le ex-aree minerarie di Santu Miali (Furtei) e Monteponi (Iglesias). Il progetto, non ancora concluso, sarà corredato da dati scienti ci riguardanti i danni sul territorio. In collaborazione con i dipartimenti di Chimica e Geologia delle Università di Cagliari e Sassari, a supporto della ricerca verranno effettuate analisi sugli agenti inquinanti presenti nelle acque e nei terreni delle zone considerate.
Profilo autore
Francesca Corriga nasce in Sardegna, nell'autunno del 1983. Si laurea in relazioni internazionali e diplomazia con una tesi inerente l'installazione dei sottomarini a testata atomica nel Mar Mediterraneo durante i primi anni sessanta, conducendo una ricerca su fonti scritte e fotografiche presso gli archivi di stato americani. Nutre da sempre un particolare interesse per le tematiche ambientali e la storia, oltre a essere impegnata nello studio e apprendimento delle arti plastiche e visive. Tra il 2015 e il 2016 frequenta il corso di fotoracconto dell'ISFCI di Roma.
riferimenti
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